Negli ultimi 15 anni, il rapporto tra gli uomini e gli animali da compagnia in Italia è cambiato notevolmente. 

Per comprendere meglio questo fenomeno, è stata commissionata una ricerca a BVA-Doxa, volta a indagare i benefici che la convivenza con un animale domestico può portare alle persone e alla società in generale.

Metodologia Per raccogliere esperienze dirette sull'evoluzione del rapporto uomo-pet negli ultimi 15 anni e sulla percezione dello stesso nella popolazione italiana, l'indagine è stata condotta su un campione rappresentativo della popolazione italiana adulta compreso tra i 35 e i 74 anni. 

Le interviste sono state distribuite in modo equilibrato in base alle variabili di genere, età, area geografica e livello d'istruzione per garantire la rappresentatività del campione.

Gli animali da compagnia e i loro proprietari in Italia.

Dai risultati dell'indagine, emerge che il 42% dei rispondenti è proprietario di uno o più animali da compagnia. In particolare, il 28% degli intervistati possiede un cane e il 22% un gatto. Non sono state riscontrate differenze significative tra le fasce d'età e le aree geografiche. 

Tuttavia, la presenza di bambini/ragazzi in famiglia ha dimostrato di essere una variabile fortemente discriminante: le famiglie con bambini hanno una maggiore presenza di cani e gatti rispetto a quelle senza bambini.

Analizzando nel dettaglio i dati e incrociandoli tra di loro, emerge che gli animali da terrario e i piccoli mammiferi sono più diffusi tra gli intervistati più giovani, ovvero quelli appartenenti alla fascia d'età 35-49 anni. 

Inoltre, rispetto alla media dei dati, sembra che ci sia una preponderanza di proprietari di uccelli localizzati nel Sud Italia, mentre gli animali da terrario sono più diffusi nel Nord est e al Centro.

In media, i proprietari di cani possiedono 1,2 animali, mentre i proprietari di gatti ne possiedono in media 1,6.

Il rapporto tra gli italiani di 35-74 anni e i loro animali da compagnia è cambiato nel corso degli ultimi 15 anni, secondo una ricerca commissionata da BVA-Doxa. 

Durante l'intervista, molte affermazioni sui cambiamenti sono state proposte e hanno trovato un alto livello di accordo. In particolare, è emersa la percezione di una crescente considerazione degli animali da compagnia come membri della famiglia, una sempre maggior presenza nelle famiglie italiane e un livello crescente di attenzione nei confronti della cura e dell'alimentazione degli animali.

L'89% dei rispondenti ritiene che oggi gli animali da compagnia passino più tempo con i loro proprietari anche al di fuori delle mura domestiche. Per sondare se l'attenzione per gli animali da compagnia da parte dei proprietari sia eccessiva, è stata posta una domanda apposita che ha rilevato un scarso grado di accordo: meno della metà del campione intervistato ritiene infatti che l'attenzione per gli animali da compagnia sia "troppa".

Sono emersi vari aspetti sulle motivazioni al possesso di animali da compagnia, tra cui la compagnia offerta dai pet agli anziani, il ruolo nella responsabilizzazione di bambini e adolescenti e la percezione che "la famiglia è più completa con un animale da compagnia". 

Inoltre, meno di 1 italiano su 10 ritiene che tra le motivazioni per adottare un pet vi sia quella di seguire le mode imposte da celebrità e influencer.

Sul ruolo dei pet nella società, gli intervistati hanno percepito grandi cambiamenti nel corso degli ultimi 15 anni, come la creazione di nuove professioni, una maggior tutela degli animali da compagnia a livello locale e nazionale e l'impiego sempre più frequente per attività non solo socialmente utili, ma anche mediche e sanitarie.

Nonostante il grande contributo dei pet alla società civile, secondo il 77% degli intervistati i pet non sono ancora abbastanza tutelati, sebbene siano più presi in considerazione dalla legge rispetto a 15 anni fa. Anche i proprietari sono stati chiamati ad avere un ruolo attivo nella tutela dei loro animali da compagnia, sebbene siano percepiti come più attenti ed educati rispetto a 15 anni fa dal 59% dei rispondenti.

In generale, la percezione dei pet nella società non è condizionata dal fatto di convivere o meno con un animale da compagnia. 

Inoltre, la quota dei "pet rejectors" è contenuta: solo il 14% (molto) +26% (abbastanza) del totale campione lamenta un eccesso di accessibilità dei pet nei luoghi pubblici e solo il 10% + 22% crede che ci sia un eccesso di spazio sui media.